IBD e stress... non solo lavorativo

Lo stress è generalmente definito come una minaccia allo stato di equilibrio nella vita di una persona, risultante dalla combinazione di un fattore stressante esterno (es. la richiesta di svolgere un compito impegnativo o di affrontare una situazione difficile) e della risposta fisiologica ed emotiva della persona interessata.1

Essere stressati è una condizione molto comune nel mondo contemporaneo1 ed, entro certi limiti, si tratta di una reazione “naturale” che aiuta a essere più concentrati e performanti.2 Tuttavia, quando è eccessivo, lo stress può avere ripercussioni negative sulla funzionalità e l’equilibrio psichico di chi lo sperimenta, fino a portare allo sviluppo di patologie psichiatriche vere e proprie, come l’ansia e la depressione.1

Gestire la IBD e stress

Gli studi indicano che la prevalenza di condizioni di stress tra chi soffre di una malattia infiammatoria cronica intestinale (IBD, Inflammatory Bowel Disease) è più elevata rispetto a quella della popolazione generale, soprattutto in riferimento ad aspetti relativi al lavoro, alle risorse economiche e all’ambito familiare.1

Inoltre, è stato osservato che chi soffre di colite ulcerosa o malattia di Crohn ha una probabilità doppia di sperimentare problemi di salute mentale, come ansia e depressione, rispetto alla popolazione generale. Questo dato è confermato dal fatto che circa la metà delle persone affette da queste IBD affermano che la propria salute mentale è influenzata in qualche modo dalla presenza della patologia intestinale.2

In particolare, i dati epidemiologi indicano che l’ansia è una comorbilità frequente tra chi soffre di IBD, con una prevalenza stimata del 19-35% rispetto al 3,4% riscontrato nella popolazione generale.3 E si ritiene che chi soffre d’ansia abbia una risposta sproporzionata (in eccesso) rispetto a fattori stressanti esterni.1

Perché le IBD sono fonte di stress

Convivere con una patologia cronica, come la colite ulcerosa o la malattia di Crohn, può suscitare emozioni e sentimenti molto diversi. Ci si può sentire spaventati e scoraggiati dalla diagnosi e faticare ad abituarsi all’idea. Si può provare ansia, frustrazione, tristezza, paura o rabbia per il fatto di avere la malattia e doversi confrontare con i sintomi fastidiosi che determina.2

Inoltre, non sapere che cosa può accadere in futuro può far sentire insicuri e fragili, oppure ci si può vergognare della propria condizione e tendere a isolarsi.2 Anche l’ansia per le nuove terapie da assumere, la preoccupazione per la propria immagine corporea o la fatica di dover interagire ripetutamente con il sistema sanitario possono avere ripercussioni negative sui livelli di stress, il benessere mentale e la qualità della vita.2 In aggiunta, la funzionalità sessuale è una preoccupazione diffusa tra chi soffre di IBD.

In genere, le circostanze più critiche sul fronte psicoemotivo per una persona che soffre di IBD sono:2

  • il momento della diagnosi;
  • le fasi di riacutizzazione dei sintomi;
  • i ricoveri ospedalieri necessari per cure più intensive o interventi chirurgici;
  • l’inizio di un nuovo tipo di terapia;
  • la presenza di sintomi “invisibili”, come l’affaticamento e il dolore.

Essere consapevoli di questi momenti difficili può aiutare ad affrontarli meglio, chiedendo supporto ai medici di riferimento2, ma anche parlandone con i familiari, gli amici e i colleghi per fargli comprendere che cosa si sta vivendo.2

In questi casi, farsi aiutare è importante perché è stato dimostrato che le comorbilità psichiatriche, come ansia e depressione, hanno un impatto negativo sull’attività di malattia e sulla necessità delle persone affette da IBD di ricorrere alle strutture sanitarie.1

Gestire la IBD e stress

Stress, ansia e riacutizzazioni delle IBD

La presenza di stress eccessivo o protratto troppo a lungo può favorire l’insorgenza di pensieri e sentimenti negativi, rendere irritabili, tesi e far sentire sopraffatti dalle circostanze. Inoltre, lo stress può indurre innumerevoli sintomi fisici, dal mal di testa ai disturbi del sonno, o contribuire a far scatenare veri e propri attacchi di panico. Alcune manifestazioni organiche dello stress intenso, come la diarrea e l’affaticamento, sono simili a quelle tipiche della colite ulcerosa e della malattia di Crohn.2

Non solo. Alcuni studi hanno indicato che, in chi soffre di colite ulcerosa o di malattia di Crohn, la presenza di stress può far peggiorare i sintomi della IBD e favorire l’insorgenza di riacutizzazioni.2 A incidere sull’attività della malattia sembra essere soprattutto lo stress “percepito”1 (ossia più legato alla risposta individuale che al fattore stressante esterno).

In aggiunta, è stato osservato che circostanze della vita particolarmente stressanti, come essere licenziati, cambiare casa o perdere una persona che si ama, possono aumentare il rischio di avere una riacutizzazione fino a 3-6 mesi dopo che l’evento si è verificato.2,1 Dal momento che situazioni di questo tipo possono accadere nella vita di chiunque e sono spesso inevitabili, se si soffre di IBD, è bene essere consapevoli di ciò che si prova e dei rischi associati e chiedere subito il massimo supporto possibile.2

Oltre allo stress acuto legato a eventi critici specifici, anche un elevato stress percepito cronico è risultato associato a un maggior rischio di riacutizzazioni. In particolare, è stato osservato che condizioni di stress eccessivo protratte per oltre 2 anni triplicano il rischio di riacutizzazioni in chi soffre di colite ulcerosa.1

Ulteriori studi hanno indicato che le persone affette da IBD che presentano anche ansia hanno una probabilità maggiore di essere sottoposte a interventi chirurgici, di non seguire adeguatamente le terapie e di sperimentare una generale riduzione della qualità della vita.3

Come gestire lo stress se si soffre di IBD

La relazione tra i sintomi delle IBD e lo stress è bidirezionale. Infatti, circa il 30% dei pazienti con una IBD sintomatica riporta alti livelli di stress percepito connesso alla patologia di cui soffre, mentre chi presenta una IBD non sintomatica ha una probabilità molto minore di riferire condizioni di stress connesso alla malattia intestinale.1 Quindi, tenere sotto controllo l’infiammazione intestinale può aiutare a migliorare il benessere mentale.2

Viceversa, è dimostrato che lo stress può avere un impatto negativo sulla funzionalità del sistema gastrointestinale e aumentare la permeabilità intestinale, attraverso i suoi molteplici effetti sul sistema immunitario, endocrino e nervoso.1 Agendo su questo intricato “asse intestino-cervello”, lo stress può facilitare l’insorgenza delle IBD e di disturbi funzionali intestinali come la sindrome dell’intestino irritabile (IBS, Irritable Bowel Syndrome) e malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).3

Studi recenti hanno suggerito che alcuni tipi di intervento psicologico possono migliorare gli effetti del trattamento di diverse malattie gastrointestinali, migliorando la qualità della vita dei pazienti. Tra le metodiche disponibili, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT, Cognitive Behavioural Therapy) è considerata la forma di psicoterapia più efficace per chi soffre di IBD, nel contesto di un approccio multidisciplinare a queste patologie.3

A riguardo, esistono evidenze della capacità della CBT di ridurre anche l’attività di malattia in specifici gruppi di pazienti con IBD che presentano anche ansia o basso tono dell’umore.3 Tuttavia, una recente revisione della letteratura scientifica ha concluso che gli effetti favorevoli della CBT sul benessere mentale di chi soffre di IBD non persistono a lungo termine.3

Gestire la IBD e stress

Un’altra metodica utilizzabile per ridurre lo stress è la mindfulness, che ha dimostrato effetti favorevoli in termini di attenuazione dei livelli di stress e di miglioramento della qualità della vita tra chi è affetto da IBD. La mindfulness sembra essere anche in grado di ridurre l’infiammazione correlata alle IBD, attraverso la diminuzione dei livelli di biomarkers infiammatori, come l’interleuchina-6 (IL-6), la calprotectina fecale e la proteina C reattiva (PCR).3

Ulteriori strategie anti-stress che possono essere inserite nel programma di trattamento multidisciplinare delle IBD comprendono l’ipnosi diretta al tratto gastrointestinale, la respirazione consapevole “mente-corpo” (es. nell’ambito di sessioni yoga) e il counseling psicologico.3,2

Anche svolgere regolarmente attività fisica può essere di grande aiuto per il benessere mentale di chi soffre di colite ulcerosa o malattia di Crohn. È sufficiente praticare un po’ di esercizio nei momenti in cui ci si sta fisicamente bene per sentirsi meglio anche sul piano psicologico, oltre che per avere più energia. Tutte le attività sono adatte: sia quelle a bassa intensità, come le camminate o lo yoga, sia quelle più impegnative che ci si sente in grado di affrontare.2

Fonti:
  1. Rozich JJ, et al. Effect of Lifestyle Factors on Outcomes in Patients With Inflammatory Bowel Diseases. Am J Gastroenterol 2020;115(6):832-840
  2. Crohn’s & Colitis UK. Mental health and wellbeing Ed 2, 2023. (https://crohnsandcolitis.org.uk/media/dlunlwrz/mental-health-and-wellbeing-ed-2-2023-approved-version.pdf?_gl=1*irtp0*_up*MQ..*_ga*MTA0MDQ2MDU2My4xNzEzNTIyOTA0*_ga_5THF1XE73Q*MTcxMzUyMjkwMy4xLjEuMTcxMzUyMjkwNy4wLjAuMA).
  3. Belei O, et al. The Interaction between Stress and Inflammatory Bowel Disease in Pediatric and Adult Patients. J Clin Med 2024;13(5):1361

C-ANPROM/IT/ENTY/0119

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