Le IBD negli atleti

I sintomi intestinali e le manifestazioni extra-intestinali di colite ulcerosa, malattia di Crohn e altre malattie infiammatorie croniche intestinali (Inflammatory Bowel Disease, IBD) hanno un impatto negativo sulla possibilità dei pazienti di praticare sport. Ma anche altri aspetti delle IBD possono limitare le performance atletiche: dalla minore funzionalità e massa muscolare, ai difetti del metabolismo osseo, alla fatigue1.

D’altro canto, un numero crescente di studi indica che l’attività fisica può apportare benefici su più fronti ai pazienti, sia in termini di riduzione degli indici infiammatori e dell’attività di malattia, sia sul piano muscoloscheletrico e della riduzione della fatigue sia, ancora, sul fronte psicologico, con riduzione dello stress e dell’ansia e miglioramento della qualità di vita complessiva1.

Per tutte queste ragioni, il movimento strutturato può essere considerato come una vera e propria terapia adiuvante, semplice e vantaggiosa, per chi soffre di IBD1, a patto che i pazienti siano seguiti da medici dello sport informati sul processo patologico alla base di queste malattie e sui loro effetti nell’organismo2.

Quali manifestazioni delle IBD possono influire sulle prestazioni fisiche

La colite ulcerosa interessa essenzialmente l’ultimo tratto dell’intestino (colon, retto e ano), determinando un’infiammazione superficiale diffusa della mucosa intestinale. La malattia di Crohn, al contrario, può coinvolgere un qualunque punto del tubo digerente, dalla bocca all’ano, ed è caratterizzata dalla formazione di ulcere localizzate, fistole e, talvolta, lesioni intorno all’ano2.

In entrambi i casi, i principali sintomi riguardano l’intestino e consistono in diarrea (anche con sangue, nel caso della colite ulcerosa), dolore addominale (localizzato soprattutto in basso a destra, nel caso della malattia di Crohn) e fatigue (corrispondente a uno stato di debolezza e affaticamento generalizzato, fisico e mentale)2.

I sintomi intestinali tipici delle IBD hanno un evidente impatto negativo sulla possibilità dei pazienti di praticare sport, ma anche le manifestazioni extra-intestinali possono incidere significativamente sulla funzionalità, il benessere e la qualità di vita a vari livelli. I dati indicano che circa la metà dei pazienti con IBD è interessato da manifestazioni extra-intestinali, che possono insorgere prima o dopo la diagnosi e seguire o meno il decorso della malattia1.

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Le manifestazioni extra-intestinali delle IBD che possono compromettere in misura maggiore la possibilità di svolgere attività fisica sono quelle a carico dell’apparato muscoloscheletrico, della pelle e degli occhi1. Tuttavia, anche l’anemia, i disturbi polmonari (in particolare, patologie ostruttive come bronchite cronica e asma)1,2. e problematiche psicologiche come ansia, depressione e difficoltà di interazione sociale possono interferire con la pratica sportiva2.

I principali problemi muscoloscheletrici dei pazienti con IBD (presenti in circa il 40% dei casi) riguardano1:

  • la comparsa di infiammazione e dolore articolare a livello di caviglie, ginocchia, anche, polsi, gomiti e spalle, oppure del metacarpo del piede (artrite periferica di tipo I e II);
  • l’artropatia a carico della colonna vertebrale, con dolore e limitazione dei movimenti della schiena anche nei giovani (spondilite anchilosante e sacroileite);
  • la riduzione della funzionalità e della massa muscolare (sarcopenia);
  • la riduzione della massa ossea (osteopenia e osteoporosi), con conseguente aumento del rischio di fratture.

A livello cutaneo, le manifestazioni più comuni sono l’eritema nodoso (che interessa fino al 15% dei pazienti ed è caratterizzato da noduli infiammatori sottocutanei) e il pioderma gangrenoso (molto più raro e riconoscibile per la comparsa di ulcere purulente, ma non infette)1, mentre a livello oculare possono insorgere episclerite, sclerite e uveite, generalmente associate a dolore a uno o entrambi gli occhi e a disturbi della vista1.

IBD: gli effetti sulla partecipazione sportiva

Le IBD possono interferire con la pratica sportiva attraverso diversi meccanismi1.

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In particolare, gli studi hanno indicato che, rispetto ai coetanei sani, i soggetti con IBD hanno una minore forza e funzionalità muscolare, riscontrata soprattutto a livello delle gambe nei pazienti affetti da malattia di Crohn, indipendentemente dalla durata e dall’attività precedente di malattia1.

Un altro importante freno all’attività sportiva è dato dalla fatigue, che compromette la capacità di intraprendere uno sforzo fisico e mantenerlo nel tempo e riguarda il 53-76% dei pazienti con IBD in fase attiva e il 15-54% di quelli in remissione1.

Gli studi che hanno esaminato l’impatto delle IBD sulla propensione a praticare sport hanno evidenziato che i pazienti sono molto meno attivi dopo aver ricevuto la diagnosi (in particolare, nel caso della colite ulcerosa) rispetto al periodo precedente e che il livello di attività fisica si riduce con l’aumentare dell’attività di malattia, soprattutto a causa del dolore addominale e articolare, della stanchezza/fatigue, delle riacutizzazioni e della necessità di andare in bagno con urgenza1.

Anche la presenza di depressione e/o ansia e la percezione dei limiti alla possibilità di praticare sport sono risultati associati a un minore livello di attività fisica nelle persone con IBD1.

Uno studio condotto in pazienti giovani (10-18 anni) ha indicato che l’impatto negativo delle IBD riguarda anche bambini e adolescenti, che in quasi la metà dei casi (45%) riportano riduzione delle perfomance atletiche o della possibilità di praticare sport, come conseguenza della malattia intestinale1.

Potenziali benefici dell’attività fisica in chi soffre di IBD

Se, da un lato, le IBD impattano negativamente sulla pratica sportiva, dall’altro, numerosi studi hanno dimostrato che l’attività fisica può migliorare lo stato di salute e la qualità di vita dei pazienti affetti da colite ulcerosa o malattia di Crohn1.

In particolare, è stato osservato che l’attività fisica1:

  • può avere effetti antinfiammatori, sia negli adulti sia nei bambini/adolescenti, che dovrebbero quindi essere stimolati a praticarla in modo regolare1,3;
  • può avere un impatto favorevole o neutro sull’attività di malattia, suggerendo che chi soffre di IBD può praticare sport in modo sicuro, senza il timore di favorire peggioramenti della malattia, anche in caso di esercizio prolungato di intensità moderata;
  • contribuisce a migliorare la forza muscolare dei pazienti con IBD;
  • può contribuire ad aumentare/mantenere la densità minerale ossea a livello del collo e della testa del femore e del tratto lombare della colonna vertebrale (per questa ragione, l’European Crohn and Colitis Organization raccomanda l’esecuzione di esercizi che comportino stimoli gravitazionali per prevenire l’impoverimento osseo);
  • si associa a un’attenuazione della fatigue, che non è risultata essere un ostacolo alla pratica dell’esercizio fisico;
  • permette di contrastare stati di ansia e stress (in particolare, quando viene eseguito esercizio aerobico, come camminata, corsa, bicicletta, nuoto, ginnastica ecc.);
  • si associa al miglioramento della qualità di vita complessiva (al punto da poter essere considerata una terapia non-farmacologica efficace su questo fronte nei pazienti con IBD)1,4.
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Per finire, va sottolineato, che alcuni studi hanno indicato anche un possibile ruolo dell’attività fisica nella prevenzione delle IBD. È stato ipotizzato che questo riscontro possa essere legato all’influenza positiva del movimento moderato regolare sul microbiota intestinale, che può a sua volta proteggere l’intestino dall’infiammazione tipica delle IBD1.

Fonti:
  1. Cohen DL, Shirin H. Inflammatory Bowel Disease: Its Effects on Physical Activity, Sports Participation, and Athletes. Curr Sports Med Rep 2021;20(7):359-365
  2. Zakaria AA, Rifat SF. Inflammatory bowel disease: concerns for the athlete. Curr Sports Med Rep 2008;7(2):104-107
  3. Legeret C, et al. Favorable impact of long-term exercise on disease symptoms in pediatric patients with inflammatory bowel disease. BMC Pediatr 2019;19(1):297.
  4. Kim B, et al. Physical activity and quality of life of patients with inflammatory bowel disease. Medicine (Baltimore) 2021;100(27):e26290.

C-ANPROM/IT/ENTY/0067

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