Le IBD - colite ulcerosa e malattia di Crohn – sono malattie infiammatorie croniche e recidivanti dell'intestino1. Sebbene la loro incidenza sia in aumento a livello globale, le cause che le innescano sono poco chiare e una cura per le IBD deve ancora essere scoperta1.
Recenti progressi nella tecnologia di sequenziamento del DNA hanno identificato nelle IBD un'alterazione della composizione e della funzione del microbiota intestinale, chiamata disbiosi1.
Il microbiota intestinale è una complessa comunità di microrganismi che vivono nel tratto digerente di esseri umani e animali, compresi gli insetti2. Consiste di migliaia di microrganismi inclusi batteri, virus e alcuni eucarioti (funghi) che colonizzano il tratto digestivo subito dopo la nascita. In particolare, il microbiota intestinale è costituito da più di 1500 specie2.
Il microbiota intestinale possiede le maggiori quantità di microrganismi e il maggior numero di specie rispetto al microbiota di altre parti del corpo2. Inoltre, cambia nella quantità e nella biodiversità di specie dallo stomaco al colon: nello stomaco, a causa del suo ambiente acido, troviamo un numero limitato di specie, mentre vi è un aumento sia di numero sia di specie differenti a partire dall’intestino tenue fino a quello crasso3.
Ci sono diversi fattori che possono cambiare la composizione e la funzione del microbiota intestinale. Tra questi fattori vi sono la genetica, la dieta, l'età, il tipo di parto e l’utilizzo di antibiotici2.
Il microbiota intestinale ha molte funzioni significative nel corpo umano, tra cui2:
In sintesi, il microbiota intestinale svolge un ruolo significativo nel mantenimento della normale fisiologia intestinale2.
La dieta, lo stile di vita, l'igiene o il consumo di antibiotici inducono cambiamenti rapidi e costanti nella composizione del microbiota intestinale (disbiosi)3.
Le IBD sono chiaramente associate alla disbiosi intestinale3. I ricercatori hanno inoltre trovato un legame diretto tra la disbiosi e una serie di altre condizioni, tra cui la sindrome dell'intestino irritabile (IBS), la celiachia, l'obesità, il diabete di tipo I e II, la depressione e l'autismo4. Le indagini sul microbiota intestinale in relazione alla malattia continuano a dimostrare che gli squilibri nel microbiota possono causare disturbi intestinali4.
Nei pazienti con IBD si osserva una diminuzione dei batteri con capacità antinfiammatorie e l'aumento dei batteri con capacità infiammatorie, rispetto agli individui sani1.
I cambiamenti più consistenti sono1:
Questi dati indicano che l'alterazione del microbiota intestinale è associata alla comparsa di IBD.1
La malattia di Crohn e la colite ulcerosa interferiscono con la capacità del corpo di digerire il cibo, assorbire i nutrienti ed eliminare i rifiuti in modo sano. È importante seguire una dieta ben bilanciata in modo da assumere una gamma di nutrienti utile al corpo per crescere e stare in salute5.
Poiché l'IBD è una malattia cronica, esiste una fase attiva, chiamata riacutizzazione, e una fase dormiente, chiamata remissione. È importante capire che la dieta durante una riacutizzazione potrebbe essere diversa dalla dieta durante la remissione5.
Gli alimenti trigger ossia scatenanti e quelli sicuri sono diversi per tutti5. Convivendo con questa malattia si impara a riconoscerli5.
Ecco alcuni alimenti trigger5:
Durante una riacutizzazione, è meglio evitare pane, cereali e barrette di cereali con grandi quantità di crusca, cereali integrali e la maggior parte della frutta e verdura cruda. Molte persone con IBD hanno paura dei cibi ricchi di fibre, ma questi tipi di alimenti sono importanti per la salute dell'intestino. Se non si è in una fase acuta, è bene includere fonti di fibre nella dieta da abbinare al consumo di abbondante acqua per promuovere movimenti intestinali sani.5
È importante includere una fonte di proteine a ogni pasto o spuntino: carne, pesce, uova, fagioli o lenticchie. Le proteine aiutano ad aggiungere calorie per mantenere una buona alimentazione.
Da limitare il consumo di carne rossa, lavorata o fritta: mantenere la carne rossa per 1-2 porzioni a settimana e scegliere più spesso il pesce.5
È meglio assumere grassi monoinsaturi come:
Gli alimenti ricchi di acidi grassi omega-3 (come l'acido docosaesaenoico) sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie. Le fonti di cibo con acidi grassi omega-3 includono:
Da evitare i grassi trans che si trovano in genere negli alimenti altamente trasformati: possono causare diarrea o aumentare l'infiammazione.5
I prodotti lattiero-caseari dovrebbero essere consumati con moderazione, o eliminati in caso di intolleranza al lattosio. Il latte è una fonte di calcio, che è un nutriente importante per il mantenimento della salute delle ossa5.
Si consiglia di limitare l'assunzione di alcol e caffeina poiché entrambi possono contribuire ai sintomi di IBD. Anche il consumo di bevande energetiche e bevande zuccherate può essere associato all'IBD.5
C-ANPROM/IT/TAK/0018
Le malattie infiammatorie intestinali (IBD) sono strettamente legate alla nutrizione. Scopri di più sul ruolo dei carboidrati nelle IBD e le diete SCD.
Le IBD, come abbiamo visto, sono il risultato di complesse interazioni tra fattori genetici, ambientali e immunologici.
I sintomi delle IBD variano da persona a persona ma anche nel corso del tempo, possono attenuarsi per poi ricomparire in una fase successiva.