Le malattie infiammatorie croniche dell'intestino sono la colite ulcerosa e la malattia di Crohn1. Si tratta di malattie caratterizzate da un’infiammazione cronica, vale a dire persistente, della parete intestinale, con conseguente diarrea, dolore, debolezza e perdita di peso1.
L'identificazione rapida della malattia dal momento della sua comparsa (diagnosi precoce) consente di iniziare subito la cura più adeguata al caso evitando, così, lo sviluppo di complicazioni che potrebbero diventare irreversibili1. È consigliabile consultare subito il proprio medico qualora si noti un cambiamento duraturo nel tempo delle abitudini intestinali o compaiano alcuni disturbi (sintomi) che includono: dolore addominale, sangue nelle feci, diarrea duratura (almeno 4 settimane), diarrea notturna, febbre ripetuta senza una causa apparente1.
Il medico valuterà la storia medica del paziente e utilizzerà le informazioni ottenute dai test diagnostici per escludere altre potenziali cause dei sintomi2. Ottenere la diagnosi corretta può richiedere tempo2.
Non esiste un singolo esame per identificare le malattie infiammatorie croniche dell’intestino. Il loro accertamento (diagnosi) si basa sulla combinazione di informazioni provenienti dalla visita medica, indagini endoscopiche e da esami istologici e radiologici1.
La prima cosa da fare se si pensa di avere la malattia di Crohn o la colite ulcerosa è fissare un appuntamento con il medico di famiglia3. Il medico farà domande sulla salute generale, la dieta e l’alimentazione, sulla storia familiare e sulla routine quotidiana per avere un'idea dello stato di salute generale e del benessere del paziente2.
È bene annotare in anticipo le domande e la cronologia dei sintomi e portare l'elenco agli appuntamenti con il medico2.
Attraverso l’esame obiettivo il medico potrà anche esaminare l’addome per verificare la presenza di noduli o dolore o esaminare l’ano per verificare la presenza di emorroidi3.
I primi test che verranno prescritti dal medico saranno probabilmente esami di laboratorio del sangue e delle feci. Ulteriori indagini potrebbero includere esami di imaging ed endoscopie del tratto gastrointestinale2.
Le proteine presenti nel sangue e nelle feci, dette anche biomarcatori, possono essere utili per rilevare l'infiammazione durante gli esami del sangue e delle feci. Sebbene questo non rilevi cosa stia causando l’infiammazione, potrebbe tuttavia indicare la necessità di ulteriori test per identificare da dove proviene. I livelli di alcuni biomarcatori specifici possono anche essere seguiti nel tempo per garantire che la terapia utilizzata sia ottimizzata e che l'infiammazione sia veramente controllata2.
I biomarcatori del sangue includono la proteina c-reattiva (CRP) e la velocità di eritrosedimentazione (VES), che aiutano entrambi a rilevare la presenza di infiammazione nel corpo. I biomarcatori fecali includono calprotectina e lattoferrina, entrambi proteine presenti nelle feci che possono indicare un'infiammazione gastrointestinale2.
Dopo aver esaminato i risultati degli esami del sangue e delle feci, il medico può raccomandare ulteriori test per esaminare il tratto gastrointestinale. Sebbene questi siano più invasivi, sono estremamente importanti e l’equipe sanitaria sarà attenta affinché il disagio sia ridotto al minimo2.
Il medico può raccomandare un'endoscopia, una procedura ambulatoriale durante la quale una piccola telecamera montata all'estremità di un tubo illuminato viene utilizzata per guardare all'interno del tratto gastrointestinale2. Un'endoscopia aiuta il medico a vedere se è presente un'infiammazione, dove si trova, valutarne la gravità e ottenere campioni di tessuto (biopsie) per confermare la diagnosi2.
Le endoscopie possono anche essere utilizzate per monitorare se il trattamento sta funzionando2.
Alcune endoscopie, come le colonscopie, richiedono la preparazione dell'intestino il giorno prima della procedura2.
Prima del test, in genere è necessario bere un lassativo che rimuove le feci e i detriti dall'intestino con conseguente diarrea2.
L'endoscopia e la colonscopia tradizionali non sono in grado di raggiungere circa i due terzi dell'intestino tenue2. Pertanto, oltre all'endoscopia della capsula, possono essere eseguiti vari esami radiologici o di imaging per valutare sia queste parti dell’intestino sia la parete intestinale e le aree circostanti al di fuori dell’intestino effettivamente coinvolte2.
Dopo la diagnosi, è bene essere visitati da uno specialista in malattia di Crohn e colite ulcerosa. Il paziente deve essere in grado di iniziare un piano di trattamento entro due settimane dalla diagnosi o entro due giorni se i sintomi sono gravi.3.
C-ANPROM/IT/ENTY/0034
La malattia di Crohn, anche chiamata morbo di Crohn, è cronica e colpisce l’intero tratto gastrointestinale.
Le complicanze delle IBD sono dovute alla patologia, al trattamento e all’aumento di rischio per alcune patologie che riguardano il colon, come il tumore.
I sintomi delle IBD variano da persona a persona ma anche nel corso del tempo, possono attenuarsi per poi ricomparire in una fase successiva.