Le IBD sono malattie infiammatorie croniche dell’intestino1. Essendo croniche sono condizioni con le quali il paziente dovrà convivere per tutta la vita; in alcuni casi la malattia si attenua dopo i 60 anni d’età1.
Non esiste una cura per le IBD ma esistono trattamenti che possono ridurre l’infiammazione e aumentare numero e durata dei periodi chiamati di remissione, ossia quando la malattia non è attiva e i sintomi sono lievi o addirittura assenti1.
La maggior parte dei pazienti assume farmaci per tutta la vita, proprio perché la malattia è cronica e non può essere curata2. Questi farmaci servono per controllare i sintomi che sopraggiungono durante la fase di riacutizzazione e per migliorare la qualità di vita dei pazienti2. I farmaci vanno assunti sempre, anche in fase di remissione (senza sintomi) della malattia2.
È importante continuare ad assumere i medicinali anche quando ci si sente meglio, perché riducono la frequenza delle recidive. Per quanto riguarda i farmaci biologici è importante continuare ad assumerli per prevenire la formazione di anticorpi contro il farmaco. Infatti, la formazione di anticorpi può portare a reazioni allergiche e alla perdita dell’effetto del farmaco1.
Le cause delle IBD non sono del tutto note. Lo stress non fa parte delle cause dirette, anche se – insieme ad altri fattori – può aggravare i sintomi e in alcuni casi innescare una fase di riacutizzazione. A loro volta, le IBD possono causare stress. Stanchezza, dolore intestinale, diarrea, disturbi del sonno possono essere infatti stressanti3.
Sì, è possibile. Le donne con le IBD possono rimanere incinte con la stessa probabilità di altre donne della stessa età senza IBD e senza altre cause di infertilità2. Il concepimento deve avvenire in una fase di remissione, poiché durante la fase attiva è più difficile restare incinte. Le donne che hanno subito un intervento chirurgico all’addome (anastomosi anale della tasca ileale) possono avere tassi di fertilità inferiori2.
Gli uomini, invece, non hanno alcuna conseguenza sulla fertilità2.
Non esiste una dieta standardizzata in caso di IBD poiché ogni paziente ha le sue peculiarità e i suoi sintomi. È importante evitare le mode e il fai-da-te ed è bene confrontarsi sempre con il proprio medico prima di intraprendere una dieta o sottostare a un determinato regime alimentare. È importante ricordare che non esistono divieti né alimenti che possano scatenare una riacutizzazione. Ci sono tuttavia delle buone pratiche da seguire durante la fase attiva, ossia quella con i sintomi: si consiglia quindi di ridurre il consumo di alimenti che potrebbero peggiorarla, come per esempio i cibi ricchi di fibre – verdura, frutta e legumi – e i latticini.
Gli antinfiammatori non steroidei usati comunemente sono sconsigliati in caso di IBD poiché possono causare lesioni e ulcere nel sistema gastrointestinale. Il loro uso è controindicato perchè associato ad un aumento della probabilità di andare incontro ad una riacutizzazione. Ovviamente, è bene considerare il motivo per cui serve un antinfiammatorio e quale sia il contesto di utilizzo. Lo stesso discorso vale per gli antibiotici, che devono essere assunti sotto stretto controllo medico e solo se necessario (bronchite, otite, ascesso, polmonite). È bene informare sempre il gastroenterologo della necessità di assumere antibiotici, monitorando la comparsa di sintomi.
Sì, è possibile sottoporsi alla vaccinazione contro l’influenza in caso di IBD. La vaccinazione è efficace e sicura e non ha dimostrato effetti sulla malattia e sui sintomi.
I pazienti con IBD possono viaggiare anche all’estero e anche per periodi medio-lunghi. È necessario scegliere con attenzione la meta, che deve tenere conto dello stato della malattia. Inoltre in caso di mete “esotiche” bisognerà informarsi su eventuali vaccinazioni e la compatibilità con la terapia in atto. Prima di pianificare il viaggio può comunque essere sempre utile parlarne con il proprio medico per gestire i farmaci da portare con sé in vacanza.
La sindrome dell’intestino irritabile o IBS è una malattia diversa dalle IBD. Nonostante entrambe le malattie colpiscano il sistema gastrointestinale, nella IBS non si registra uno stato infiammatorio a livello intestinale. Nelle IBS, infatti, i sintomi possono insorgere a causa di una disfunzionalità dell’intestino e del modo in cui questo e il cervello comunicano.
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